giovedì 19 gennaio 2012

L'ora delle decisioni (quasi) irrevocabili

Si attendeva solo l'ufficialità ed ora ce l'abbiamo: la zingarata 2012 partirà dunque da Hong Kong il 16 aprile, dove atterrerò nel pomeriggio su di un volo di quella che ormai è la mia compagnia aerea preferita, ovvero AirAsia.com, che anche a sto giro si è aggiudicata l'appalto per far sorvolare le mie natiche sopra  terre ed oceani a prezzi che definirei quantomeno competitivi.
Beh insomma, diciamo che per gli standard Airasiatici i 330 euri che ho munto sono un bel malloppo, ma effettivamente, considerando che per coprire le due tratte Christchurch-Kuala Lumpur / Kuala Lumpur-Hong Kong ci volgliono la belleza di 16 ore solo di volo, capirete facilmente che la spesa è giustificata e che Hong Kong è addirittura più vicina all'Italia che alla Nuova Zelanda!

Ma passiamo oltre. Erano mesi che mi stavo tormentando con la solita domanda: una volta che torno a Milano cazzo faccio?
In sti giorni ho deciso: si va in Canada al volo e ci si va per restare.
Si perchè alla fine di rimanere nella nebbia padana a farmi prendere per il culo da gente che offre stage trimestrali pessimamente retribuiti non se ne parla neanche, urge quindi trovare un angolo di mondo dove piantare le tende in maniera semi-stabile ed il Canada merita di essere l'ultima chanche che do al mondo occidentale di avermi.
Certo la missione non sarà per niente facile, prevedo sbattimenti inauditi e probabilmente dovrò anche tornare a scuola per riuscire nell'obiettivo, ma sono certo che con un po' di buona volontà e con la dovuta motivazione (e magari anche una bella botta di culo) ce la si fa agilmente... e poi voglio dire, so per certo che anche nella ormai inavvicinabile Australia è tutt'ora possibile rimanere, basta essere al posto giusto: avere uno sponsor ad Alice Springs per esempio è tutt'altro che impossibile, tutto sta nell'avere la forza di volontà di rimanere per almeno un mezzo decennio nel posto più brutto, noioso, polveroso e lontano dal mare di tutta l'Australia, ma volendo si può.
Un po' lo stesso concetto che vale anche qui in Nuova Zelanda, ma allora perchè non rimango? Mi basterebbe solo chiedere per avere una sponsorship dal mio attuale lavoro, ma ci sono problemi:

1) la Nuova Zelanda è lontana. E ovviamente non intendo lontana da casa, ma lontana da tutto! Ore e ore di volo per andare pressochè ovunque nel mondo, per uno come me che ha bisogno di muoversi di tanto in tanto, sono pesanti.
2) Queenstown - il posto dove sono io e dove è facile facile beccarsi sto benedetto permanent visa - oltre ad essere in una nazione sperduta (vedi punto 1) è un paesello ulteriormente sperduto nelle montagne di un isola poco abitata, così poco abitata che penso che Queenstown sia l'unico paese di 13mila abitanti al mondo ad avere il proprio aeroporto internazionale, un po' come se in Italia ci fossero dei voli quotidiani tra Cassina de' Pecchi e Londra...
3) Queenstown è un bel posto per passarci le vacanze, per carità, ma viverci sarebbe un'altra cosa: per 6 mesi l'anno fa un freddo inverecondo e per gli altri 6 si sta appena decentemente e allora uno che fa, durante il tempo libero? Ok, d'inverno vai a sciare (se vuoi, e io non voglio), d'estate vabbè fai i barbeque, vai con la mountain bike, fai trekking, ma tempo un paio di stagioni ogni possibile attrattiva viene esaurita e allora che ti rimane? Esatto, l'alcolismo.
4) Più della metà dei lavoratori di Queenstown sono stranieri e la quasi totalità di loro vuole diventare neozelandese per poi poter andare in Australia a vivere una volta ottenuta la cittadinanza (c'è una specie di convenzione tra Australia e Nuova Zelanda per la libera circolazione dei propri cittadini fra i due paesi, ma il flusso migratorio è a senso unico verso l'Australia). Ora, v'immaginate se un giorno il governo australiano decide che anche i neozelandesi han bisogno di un visto per entrare nel paese? Cioè, questa sarebbe una veramente, ma veramente una fregatura.
5) In Nuova Zelanda la paga è una merda.
6) Anche in Nuova Zelanda hanno sto viziaccio di mettere i rubinetti separati acqua calda/acqua fredda. Diffidate sempre dai paesi che lo fanno. Sempre.

Quindi per concludere ad aprile si fa “Kia Ora” con la manina alla terra dei Kiwi e ci si gode l'ultima zingarata di proporzioni bibliche almeno per un bel po'. Forse.
Uno dei principali problemi del mondo anglosassone in generale e della Nuova Zelanda in particolare.

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