venerdì 16 marzo 2012

E pure la Nuova Zelanda... (prima parte)

Eccomi qua, alla fine come nelle migliori tradizioni possiamo dire che pure la Nuova Zelanda ce la siamo levata dai coglioni al termine di un roadtrip di quasi australiana memoria, in cui non sono mancate emozioni tipo guidare in mezzo al niente per centinaia di chilometri, dormire in campeggi remoti e accessibili solo dopo lunghe strade sterrate solo per il gusto di non pagare l'accomodation o, nella peggiore delle ipotesi, pagare una fee irrisoria; andare a nanna con le galline per mancanza di alternative e svegliarsi all'alba; sperimetare certi sapori e certi odori (ma soprattutto certi odori!)... beh si insomma qua si sta divagando, entriamo più nel dettaglio

Occasioni mancate / occasioni guadagnate
Da Queenstown a Picton (928km)
La fotta di levare le tende in direzione nord era così elevata da farmi dimenticare dettagli fondamentali, come per esempio prenotare una scarpinata degna di nota sul ghiacciaio del Franz Josef, l'unico al mondo, assieme al suo gemello Fox Glacier, a raggiungere quasi il livello del mare a queste latitudini.
Oltre al danno si aggiunge la beffa, in quanto col mio lavoro avevo la possibilità di farmi la scalata aggratis, risparmiando un centinaio abbondante di preziosi dollaronzi, che invece, data la mancanza di posti disponibili, ho dovuto reinvestire proseguendo verso il nord della West Coast, sotto una pioggia infame che non ha certo invogliato a fermate troppo lunghe, anche perchè onestamente a parte litigare con le sand-flies, prendere acqua e vedere la copia in miniatura dei Dodici Apostoli australiani (le Pancake Rocks), non è che ci fosse molto altro da fare, perlomeno non con le tempistiche che avevo a disposizione: erano infatti secoli (ma cosa dico secoli, forse 3 o 4 anni) che non prendevo delle vacanze dal lavoro per viaggiare: ultimamente funzionava che una volta arrivato il momento di zingarare si faceva una bella letterina al boss e ciao ciao tanti saluti, ma stavolta i 20 giorni a disposizione non permettevano di cazzeggiare troppo a lungo.
Anche perchè la Nuova Zelanda ha sto grosso ditoinculo di essere dislocata su due isole maggiori, collegate ovviamente non da un ponte, ma da due linee di traghetti che non stanno certo ad aspettare ritardatari e che costano un fottio (2 persone e 1 macchina pagano 440$ a/r per 3 ore e mezzo one way, che se vogliamo è anche poco in proporzione al traghetto di Stewart Island) per cui mi son dovuto anche fare l'Abel Tasman, un parco nazionale decisamente tarello a ovest di Nelson, col pepe al culo, così tanto col pepe al culo che siamo arrivati con addirittura 14 ore di anticipo all'imbarco della Bluebridge a Picton, anche se c'è da dire che fortunatamente la tipa del check-in si è dimostrata una crasta facendoci imbarcare sulla nave che partiva da li a mezz'ora senza fare troppe storie. Bellazzia!

Un visto in vista
Da Picton a Wellington (85km, via mare)
Lo sbarco nella capitale aveva come priorità assoluta la spedizione verso un'ambasciata a scelta tra Russia, Cina o Mongolia nel tentativo di ottenere un visto per i futuri zingarismi. A dire il vero i russi erano quelli più temuti e di conseguenza quelli a cui puntavo: nei giorni precedenti mi era stato comunicato che all'ambasciata di Wellington niente prenotazione, niente visto; ovvero secondo loro io al primo di marzo avrei dovuto prenotare tutti gli alberghi e gli spostamenti che avrei utilizzato una volta in Russia (a giugno!). Tentare di contattare l'ambasciata russa di Wellington per chiarimenti pare poi un'impresa titanica: alle mail non rispondono neanche morti e al 26esimo tentativo di chiamarli deve aver risposto la donna delle pulizie, dato che tutto quello che è riuscita a dirmi è “no spik inglisc, no spik inglisc”... 'nnamo bene!
Allora ho puntato sui mongoli, che manco stanno a Wellington, ma a Lower Hutt (un paesello qualche decina di km a nord): anche questi hanno voluto un recapito in Mongolia (ma santiddio è così difficile da capire che non voglio prenotare niente e non so dove alloggerò una volta nei vostri cazzo di paesi???) ed un intinerario dettagliato del mio tour (ma mollatemi!).
Fortunatamente l'indirizzo del primo ostello trovato digitando “Hostel Ulaan-Bator” su Google e delle località a caso messe in fila a mo' di itinerario soddisfano Tony il console che in questo modo (e dopo il pagamento di modici 95$) penserà, dopo un'attenta riflessione di una settimana, ad apporre il prezioso sticker sul mio passaporto.

Verdi colline e pascoli di pecore
Da Wellington a Taupo (371km)
La parte meridionale dell'Isola del Nord mi ha lasciato un po' perplesso: dalla capitale fino a Taupo si può tranquillamente dire che non c'è una cippa di niente, tanto è vero che stavo quasi meditando una deviazione di 70km solo per il gusto di scattare una foto al cartello che indica il toponimo più lungo del mondo*, ovvero Taumatawhakatangihangakoauauotamateapokaiwhenuakitanatahu, che non è neanche un paese, ma è solo una montagna, nemmeno tanto imponente, celebrata da un cartello ai bordi della strada.
Fortunatamente mi sono ripigliato in tempo ed ho deciso di evitare la folle allungatoia, anche perchè da ste parti, non avendo altro che verdi colline e pascoli di pecore se le inventano tutte per tirarti in mezzo: te sei li che guidi bello tranquillo ed a un certo punto lungo la strada vedi il cartello HISTORIC PLACE e dici “mecojoni, andiamo a vedere” e cosa ci trovi? Una lapide con scritto che qua nel 1910 (capirai, a malapena cent'anni fa) c'era la capanna di Tony O'Neill che aveva fondato la prima scuola nel raggio di millemila km. Masticaaaazzi!
Oppure un'altra bella fregatura sono gli “scenic lookout”: questi ogni volta che una strada passa sopra una collina ci piazzano uno “scenic lookout” che in realtà ti permette di vedere meglio solo altre verdi colline ed altri pascoli di pecore. Risultato: Historic place e Scenic lookout aboliti!
L'unica cosa buona delle suddette fregature è che sono gratis (e ci mancherebbe altro) così come sarebbe stato gratis il trekking lungo il Tongariro Crossing, un sentiero della madonna che si snoda tra le montagne vulcaniche del Tongariro National Park a sud del Lago Taupo e che ovviamente è off limit causa pioggia e che mi toccherà riprovare a fare in seguito.
Lascio quindi Taupo, a metà dell'Isola del Nord, senza praticamente aver visto ancora niente!

(fine prima parte...)
*O forse solo della Nuova Zelanda, mi pare che ce n'è uno più lungo in Galles

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