lunedì 6 agosto 2012

Speed-dating is not a crime

No, non è vero, lo speed-dating (e non solo quello) è un crimine eccome in Iran. Ma andiamo con ordine.
Come avevo accennato qualche post fa, la storia recente dell'Iran ha avuto come evento principale il cambio al potere tra lo Scià (il re) ed il regime islamico avvenuto nel 1979.
Lo Scià non era certo un santo, pure lui reprimeva ed ammazzava i suoi stessi concittadini rei di andargli contro, ma, come dice il mio nuovo amico P. di Yazd, “con lo Scià si stava male, ma ora si sta peggio”.
Fu l'Ayatollah Khomeini a fondare la prima Repubblica Islamica della storia e ad imporre la legge coranica, o perlomeno la versione della legge coranica approvata dai suoi Mullah, la quale – lungi dall'essere un esempio di democrazia -  reintrodusse per esempio l'uso dell'Hejab (il velo) per le donne ed un'altra serie di assurdità di cui elenco quelle che mi sono giunte all'orecchio:

1) Le donne devono indossare l'Hejab in pubblico e possono toglierlo solo in presenza del marito o parenti stretti: questa in realtà è la legge più soft. Ok, tutte le donne a cui ho parlato in Iran odiano il velo, ma pure noi maschietti non è che possiamo andare in giro col tarello di fuori, quindi braghe lunghe, capelli corti e via andare!
2) Un uomo ed una donna non possono presentarsi insieme in pubblico a meno che non siano sposati o parenti stretti: la gente con cui ho parlato mi racconta che farsi sorprendere da un poliziotto in compagnia di “un'amica” non è proprio il massimo (qua chiamano ”amica” anche una donna con cui si ha una relazione ma non è tua moglie). Persino la pizza che siamo andati a mangiarci nel miglior ristorante italiano di Mashhad (figuriamoci gli altri!) era illegale: la nostra tremenda colpa era quella di essere riuniti in luogo pubblico pur non essendo sposati. La pena? Un mese di prigione, qualche frustata oppure una forte multa a seconda dell'umore del giudice.
3) Gli autobus sono divisi in due parti: uomini davanti e donne dietro. Nelle metropolitane invece le donne possono scegliere se stare in un paio di vagoni a loro riservati ed off-limits per i maschietti oppure andare nei vagoni misti.
4) E'illegale vendere, bere o possedere alcolici: persino in altri paesi fortemente islamici come l'Arabia Saudita pare sia possibile rimediare una cazzo di birretta senza rischiare le frustate, qui no. Niente paura comunque ubriaconi, le distillerie clandestine abbondano, assieme ai contrabbandieri che contribuiscono ad animare le feste di noi gggiovani.
5) Apppproposito di feste: non ci sono locali notturni. Nemmeno uno, in tutto l'Iran! I festini si fanno in casa di amici.
6) Non ci si può dare appuntamento su internet, il quale tra l'altro – inutile sottolinearlo – è fortemente censurato (niente feisbuc, niente tuitter, persino niente corriere.it!). Anche qui comunque niente paura: tutti, ma proprio tutti, inclusi gli internet cafè, sono dotati di connessioni a server proxy per fare il cazzo che si vuole, basta non farsi sgamare cosa che, se succedesse, sarebbe un'aggravante nel caso di imputazioni più serie.
7) Non si può abbandonare la fede islamica, pena: l'impiccagione. Attenzione però, questo non vuol dire che non si possa professare un'altra religione: ci sono infatti minoranze cristiane, zoroastriane* e persino ebraiche in Iran, sebbene non abbiano certo vita facile. Questo mi ricorda l'ironia della rivista strategicamente piazzata sul tavolino della sala d'attesa dell'ambasciata iraniana a Tashkent, che mostrava in copertina la foto di un cardinale che dice messa con sotto il titolo “Iran: un paese dove c'è libertà di religione”. Più o meno...
La maggior parte della gente comunque dichiara di essere musulmana pur senza essere credente, solo per evitare problemi inutili. L'ateismo è un'idea del tutto inconcepibile in Iran.
8) Vietatissime ovviamente le manifestazioni di piazza. Mi racconta A., un tizio conosciuto a Shiraz e sedicente attivista per la democrazia in Iran, di come rischia seriamente di essere scoperto e di conseguenza appeso come un pollo ad una gru ogni volta che partecipa ad una protesta.
9) Nessun uomo può ottenere il passaporto e quindi lasciare il paese senza aver prima svolto due anni di servizio militare, a meno di non oliare certi meccanismi con il vecchio metodo della corruzione.
10) Attenti a quello che dite alle guide turistiche. Queste periodicamente hanno l'obbligo di riportare chi-ha-detto-cosa alla polizia, rendendo potenzialmente tedioso il rilascio di un successivo visto o di un'estensione del medesimo.

Queste ed altre limitazioni contribuiscono sia a rendere impopolare l'Iran (o meglio il suo governo), sia ad esasperare la gente - soprattutto i giovani - i quali giustamente non ne possono più delle cazzate da medioevo dei Mullah e vorrebbero veder spazzata via tutta la merda che li governa, alcuni addirittura auspicando la guerra tanto minacciata da americani ed israeliani, mentre i più assennati capiscono che quest'ultima non porterebbe nient'altro che distruzione e l'unica via è cercare di lavare i panni sporchi in casa propria in qualche modo.

Ci sono però alcune leggende da sfatare, soprattutto sulle donne, le quali sono generalmente molto rispettate, non vengono segregate come coi talebani in Afghanistan ed hanno libertà quali il voto,  la guida, lo studio ed il divorzio che molte loro “colleghe” di altri paesi per esempio si sognano, senza contare che in casa comandano decisamente loro. Addirittura in molte famiglie pare che la donna lavoratrice tenga per sè l'intero stipendio, mentre i bisogni della famiglia siano esclusivamente a carico del marito. Insomma come vedete il governo iraniano non è sessista, rompe le palle a tutti indistintamente.
Negli ultimi anni ci sono poi state piccole conquiste, come per esempio l'innalzamento dell'età per il matrimonio (subito dopo la rivoluzione una donna poteva sposarsi a 9 anni, ora è a 13, anche se onestamente non ho mai visto mocciose maritate), il posizionamento del velo (ora si possono mostrare un po' di capelli, prima no), la possibilità di tenersi la mano in pubblico col proprio marito (fino a qualche anno fa era vietato) e l'abolizione della lapidazione per le adultere (non che ora facciano loro i complimenti, però...); cose che possono sembrare cazzate da niente, ma in realtà dimostrano che qualche piccola conquista la si può ottenere anche senza ricevere una pioggia di bombe al fosforo sulla testa.
Quindi per concludere, ok che secondo il calendario islamico siamo nel 1391 ed i governanti iraniani pensano di essere ancora nel medioevo, ma la realtà dei fatti è che siamo nel 2012 e queste psicopatie dovranno giocoforza finire presto. Con le buone o con le cattive.

*Zoroastrismo: la religione più seguita in Iran prima dell'avvento dell'Islam. Fondamentalmente erano adoratori del fuoco

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