giovedì 22 maggio 2008

Randagismo militante


Potrei tediarvi per ore raccontandovi di come il nostro potente mezzo, il furgoncino Shake 'n' bake, ci abbia portato in posti che voi umani non potete neanche immaginare, come Anna Bay, il banco di dune mobili più grande dell'emisfero australe, che ti fanno sembrare di essere più nel deserto della Namibia che in Australia, oppure potrei raccontarvi della simpatica spiaggetta con cangurotti saltellanti che abbiamo trovato per puro caso dopo esserci persi mentre cercavamo di raggiungere un faro abbastanza inculato a nord di Port Macquarie, oppure potrei asciugarvi parlando di Byron Bay, la capitale mondiale del robboso e del furgoncino Volkswagen anni '70 (ne voglio uno, cazzo!!!).
Potrei tediarvi, dicevo, ma alla fine che voglia potrò mai avere?
Mi soffermerei invece su questioni più pratiche, quali il momentaneo fallimento delle nostre politiche di risparmio monetario che avevamo pianificato a tavolino e a bocce ferme: tanto per cominciare, il nostro carissimo Shake 'n' bake ciuccia più di una nigeriana che ha trovato lavoro sulla Cassanese e questo, se da un lato fa felici decine di rivenditori di carburante, dall'altro fa roteare ampiamente le gonadi a noi poveri pezzenti.
Esserci fermati poi in una località deliberatamente ribattezzata Surfers Paradise (già Elston) per attirare turisti da ogni dove (chi mai si sarebbe fermato in un posto chiamato Elston, pensarono gli abitanti in un caldo giorno del 1933) non fa certo bene alle nostre tasche, dato che la natura turistica del posto fa si che i prezzi siano parecchi più alti della media, nonostante siamo decisamente in bassa stagione.
Ieri abbiamo ricevuto una grossa lezione su come sia difficile risparmiare in questo posto: arrivati verso mezzogiorno a Surfers Paradise e trivellati dalla fame abbiamo girato a lungo alla ricera di cibo a poco prezzo, quel tipo di cibo che altrove, persino nella relativamente cara Sydney, abbonda. Dopo lungo girovagare ci siamo fermati da Belo Piselo, nome (ovviamente) fittizio con cui vi sto ad indicare una piccola tavola calda che serviva cibo brasiliano. Con la "modica" cifra di 6 cocozze, il nostro amico brasilenji ci ha riempito la panza, alchè ci casca l'occhio sulla lavagna con su il menu dell'adiacente ristorante cinese, che reclamizzava del riso al vapore all'onestissima cifra di 2 talla e mezzo. La sera stessa, stufi di spendere una media di 15-16 zucchine al giorno per mangiare, ci dirigiamo pieni di speranza dai cinesi e ordiniamo una delle loro zuppe a poco prezzo (un brodino in pratica). Dopo aver finito la nostra sbobba siamo già pronti a mungere sti 3 dollari per poi levare le tende, quando uno spaccioso cameriere ci fa notare la postilla scritta in lettere microscopiche posta nell'ultima pagina del menu, in cui si dice che la spesa minima deve essere di 15$.
"I gialli a sto giro ci hanno fottuto", è stato l'unanime pensiero al nostro tavolo.

L'istinto iniziale era ovviamente quello di mandare a cagare il muso giallo e scappare via velocissimi con le gambe dietro le ricchie, poi però, una volta soppressi i nostri istinti barboni, abbiamo cominciato a sfogliare il ricco menu alla ricerca di pietanze che ci facessero arrivare giusti giusti a sti cazzo di 15$ e ci liberassero dal giustificato pressing del cameriere a mandorla, che già aveva fiutato la nostra barbonaggine (era un ristorante piuttosto pettinato, forse era il caso di accorgersene prima!).
Alla fine il conto finale è stato di esattamente 30 dollari e 20 centesimi. Quindici dollari e 10 a testa: non vi dico con che aria di disprezzo il capo-giallo mi ha consegnato la ricevuta del pagamento col bancomat, ma alla fine non è che ci deve rompere i coglioni, se siamo in mezzo ad una strada con Shake 'n' bake vuol dire che non è che siamo proprio i figli di Berlusconi. O no?
Non contenti di aver speso una barca di soldi dai caga-riso (beh, barca di soldi... alla fine sto facendo tante storie per meno di 10 euro a cranio!) veniamo attirati da una insolita folla che ronza intorno a una delle bancarelle del mercatino sul lungomare. Ci avviciniamo e scopriamo che il baracchino vende una cifra di quei giochini rompicapo tipo i due anelli uno dentro a quell'altro che devi separare in qualche modo, e cagate simili.
Ci scimmiamo per quasi un ora con la miriade di rompicapo dei due soci (che nel frattempo fanno soldi a palate vendendo ste cagate) quando sfortunatamente mi casca l'occhio su uno che è a dir poco pazzesco. Trattasi di un rompicapo di cui non avevo mai sentito parlare, progettato da pensionato della Tasmania che praticamente consiste in un chiodo (o una matita, o una vite) conficcati in un unico blocco di legno. La particolarità consiste nel fatto che è (apparentemente?) impossibile che il chiodo (o la matita, o la vite) possa trovarsi in quella posizione. Cioè, beccatevi la foto qua sotto: il pezzo di legno è un blocco unico e la vite, ovviamente pure. Non ci sono possibilita di movimento, per cui come è possibile tirare fuori la vite di li? E, parimenti, come è possibile infilarcela? Non venitevene fuori a dire che la vite è stata scaldata, piegata, infilata e ri-raddrizzata, perchè vi ricordo che è possibile farlo anche con una matita.
Una sfida troppo intrippante per non dare 15$ al tipo e acquistare l'oggetto.



Oggi abbiamo piazzato le tende in campeggio: facendo due rapidi calcoli ci conviene così. Alla fine Surfers Paradise, a parte la miriade di grattacieli che la fanno sembrare una classica località da tabbozzo in vacanza in Costa del Sol ci sta dentro: siamo in pieno inverno (il "maggio" australe corrisponde al "novembre" boreale) e ciononostante di giorno, vento permettendo, fa ancora un caldo pazzesco (la sera magari un po' meno) e il sole risplende praticamente sempre. Non a caso il Queensland è soprannominato "The sunshine state". Prossime tappe Brisbane, Fraser Island e Whitsunday Islands.

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