sabato 18 agosto 2012

Ritorno alla civiltà

Realizzo al momento di lasciare Erbil che rimanere oltre in Iraq non ha senso: i costi sono alti e la città di Duhok non è certo una meta così ambita, a meno di non organizzare escursioni nelle vicinanze che non avevo intenzione di fare in ogni caso, così decido di accettare l'offerta-che-non-si-può-rifiutare del nonno che gestisce la mafia degli shared-taxi di Erbil: 10 dollari in più (mecojoni!!!) per skippare a piè pari Duhok ed andare dritti al confine turco.

Entrare in Turchia dall'Iraq o comunque dal Medio Oriente è come essere in un mondo nuovo: strade larghe e perfettamente asfaltate, automobili che non cadono a pezzi, possibilità di mettersi finalmente i pantaloni corti, possibilità di pranzare in giro senza doversi sentire dei criminali, cartelli scritti in un alfabeto comprensibile, ma soprattutto possibilità di bersi finalmente una cazzo di birretta gelida senza doversi rivolgere a degli spacciatori con una condanna a morte sulla testa (era un mese che non ne trovavo una, l'ultima era stata a Tashkent, una disgustosa birra uzbeka tiepida!).
La cosa ha però anche i suoi contro: i prezzi folli! Da quando sono entrato nell'ex Impero Ottomano, mantenere il mio file excel con le spese non ha più senso, le Lire Turche escono a profusione e senza soluzione di continuità il che causa turpiloqui che non contribuiranno certo a spalancarmi le porte del Paradiso quando verrà la mia ora.
L'ingresso in Turchia mi fa però anche capire una cosa, ovvero qual'è il lavoro da non fare mai assolutamente: l'autotrasportatore internazionale! Dalla frontiera turco-irachena, sul lato turco, si snodano infatti almeno 30km di camion in fila, roba che l'ultimo come minimo arriva in Iraq fra una settimana!
Solidarietà ai camionisti a parte, arrivo a pezzi alla prima meta turca, Goreme, nella regione della Cappadocia (o K-Docia come i più fighi di noi amano chiamarla) dopo quasi 24 ore di viaggio, con 5 mezzi cambiati ed una frontiera attraversata  e la voglia di esplorare la zona è molto bassa, nonostante le caratteristiche case e chiese costruite nelle curiose rocce della zona siano effettivamente molto belle, ma le batterie stanno a secco, così decido di dare un'occhiata al minimo indispensabile e migrare direttamente verso Istanbul dopo un paio di giorni.

Istanbul, Turchia (Km.29792). Anche nell'ex Costantinopoli la solfa non cambia, energie a zero e soldi che escono che è un piacere (non certo per me), la visita è quindi limitata anche qui al minimo, giusto le classiche visite a Santa Sofia, Moschea Blu e Topkapi che sono giusto a 500 metri dal mio ostello con la proprietaria dalla risata più fastidiosa del mondo, dove pianifico ufficialmente le rimanenti tappe prima di rientrare in Padania: sveltine a Sofia (Bulgaria), Skopije (Macedonia) e Tirana (Albania), per poi rientrare in patria via nave e riposare in vista delle prossime imminenti partenze.

Ultime, veloci tappe del viaggio

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