Si fa presto a dire Tagikistan
Ecco, lo sapevo! Faccialibro è ufficialmente uno strumento del demonio tentatore: l'altro giorno ero li che cazzeggiavo amabilmente in cerca di gossip, quando ad un certo punto capito sulla pagina di Tom, il neozelandese già citato nelle cronache da Timor Est che si sta facendo il giro del mondo in bicicletta, il quale ha pubblicato un album di foto delle sue ultime zingarate nell'Asia Centrale.
Dove voglio andare io? Non esattamente: il suddetto Gianni Bugno de noantri infatti ha pensato bene di aggiungere al tour anche Kyrgyzstan e Tagikistan, paesi che fino a ieri non avevo nemmeno preso in considerazione in quanto ritenuti posti fondamentalmente inutili (vedete a volte l'ignoranza?).
Beh oddio, effettivamente il Kyrgyzstan non è che scateni particolari impulsi onanistici, ma è un passaggio semi-obbligatorio per il Tagikistan, il quale propone nientepopodimeno che la Pamir Highway, una strada panoramica lungo le alte vette al confine con l'Afghanistan, su cui al momento scelgo di non dilungarmi, ma che vi assicuro ispira le mie bramosie almeno quanto una birretta gelida in una giornata estiva.
Tuttavia, la scelta di avventurarsi in questi angoli sperduti si porterebbe dietro una serie di sbattimenti e complicazioni che farebbero passare la voglia anche al più audace e perditempo dei cani randagi. Tanto per citarne qualcuna:
1) La deviazione kyrgo-tagika mi imporrebbe giocoforza di adottare una pratica che cerco sempre di evitare il più possibile: tornare sui miei passi. Questo dovrebbe accadere almeno due volte, data la limitatezza della rete viaria in Kazakistan e in Uzbekistan.
2) Entrambi i paesi hanno bisogno ovviamente di richiedere un visto alle rispettive ambasciate e, anche se la procedura pare essere più semplice del resto dei paesi della zona, è pur sempre uno sbatti non indifferente.
3) La Pamir Highway è una di quelle strade che vorrei percorrere con calma, fermandomi dove voglio io e quando voglio io e siccome dubito fortemente che l'ente del turismo tagiko abbia in dotazione pullman di sightseeing prenotabili con la formula hop-on/hop-off, temo che l'unica soluzione sarà ricorrere ad un mezzo a noleggio o roba simile. Questo chiaramente costa potenzialmente un fottio di soldi, la missione sarà quindi cercare di convincere qualche altro scappato di casa a collarsi la spesa quanto prima lungo il tragitto.
4) Il Tagikistan è un paese montano, e per montano non intendo montagnette del cazzo tipo mille metri o giù di li, ma vette che possono superare anche i 7000 metri. Bene, io contavo di viaggiare piuttosto leggero, ma temo che da quelle parti la sera faccia freschino anche d'estate, quindi mi sa che dovrò investire un discreto quantitativo di Somoni del Tagikistan in roba pesante e magari anche in un paio di scarpe decenti.
In definitiva, nonostante gli sbattimenti sopra citati ormai devo ammettere che ormai mi è montata ufficialmente la scimmia tagika, sto valutando bene la fattibilità della deviazione... e poi onestamente quando mai mi ricapiterà di finire in posti impronunciabili e/o dimenticati dal signore come questi?
Lo scopriremo nelle prossime puntate!
Dove voglio andare io? Non esattamente: il suddetto Gianni Bugno de noantri infatti ha pensato bene di aggiungere al tour anche Kyrgyzstan e Tagikistan, paesi che fino a ieri non avevo nemmeno preso in considerazione in quanto ritenuti posti fondamentalmente inutili (vedete a volte l'ignoranza?).
Beh oddio, effettivamente il Kyrgyzstan non è che scateni particolari impulsi onanistici, ma è un passaggio semi-obbligatorio per il Tagikistan, il quale propone nientepopodimeno che la Pamir Highway, una strada panoramica lungo le alte vette al confine con l'Afghanistan, su cui al momento scelgo di non dilungarmi, ma che vi assicuro ispira le mie bramosie almeno quanto una birretta gelida in una giornata estiva.
Tuttavia, la scelta di avventurarsi in questi angoli sperduti si porterebbe dietro una serie di sbattimenti e complicazioni che farebbero passare la voglia anche al più audace e perditempo dei cani randagi. Tanto per citarne qualcuna:
1) La deviazione kyrgo-tagika mi imporrebbe giocoforza di adottare una pratica che cerco sempre di evitare il più possibile: tornare sui miei passi. Questo dovrebbe accadere almeno due volte, data la limitatezza della rete viaria in Kazakistan e in Uzbekistan.
2) Entrambi i paesi hanno bisogno ovviamente di richiedere un visto alle rispettive ambasciate e, anche se la procedura pare essere più semplice del resto dei paesi della zona, è pur sempre uno sbatti non indifferente.
3) La Pamir Highway è una di quelle strade che vorrei percorrere con calma, fermandomi dove voglio io e quando voglio io e siccome dubito fortemente che l'ente del turismo tagiko abbia in dotazione pullman di sightseeing prenotabili con la formula hop-on/hop-off, temo che l'unica soluzione sarà ricorrere ad un mezzo a noleggio o roba simile. Questo chiaramente costa potenzialmente un fottio di soldi, la missione sarà quindi cercare di convincere qualche altro scappato di casa a collarsi la spesa quanto prima lungo il tragitto.
4) Il Tagikistan è un paese montano, e per montano non intendo montagnette del cazzo tipo mille metri o giù di li, ma vette che possono superare anche i 7000 metri. Bene, io contavo di viaggiare piuttosto leggero, ma temo che da quelle parti la sera faccia freschino anche d'estate, quindi mi sa che dovrò investire un discreto quantitativo di Somoni del Tagikistan in roba pesante e magari anche in un paio di scarpe decenti.
In definitiva, nonostante gli sbattimenti sopra citati ormai devo ammettere che ormai mi è montata ufficialmente la scimmia tagika, sto valutando bene la fattibilità della deviazione... e poi onestamente quando mai mi ricapiterà di finire in posti impronunciabili e/o dimenticati dal signore come questi?
Lo scopriremo nelle prossime puntate!
No vabbe, parliamone... |
2 commenti:
non hai bisogno di convincerti, sai già che ci andrai... in bici?
monopattino unica via!!! :)
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