Ve lo do io il terremoto...
Il prossimo che sento brontolare dall'Italia per il terremot(in)o milanese giuro che me lo trascino dietro durante i miei peregrinaggi futuri.
Si perchè l'altro giorno, tanto per cambiare, non avevo niente di meglio da fare che pensare alla morte e guardarmi un po' di statistiche su terremoti e tragedie varie in giro per il mondo, non potendo fare a meno di notare come 14 dei 25 più disastrosi della storia siano avvenuti lungo il mio tragitto di zingarismo prossimo venturo: sette in Cina, due in Turchia, quattro in Iran e uno in Turkmenistan per un totale di più di 2 milioni e mezzo di morti. Ora mi perdonerete se sto scrivendo questo post con una mano incollata ai maroni.
Per completare il quadro aggiungiamo poi che mi trovo in Nuova Zelanda, un posticino ultimamente abbastanza movimentato sotto questo punto di vista e che la tarchiatella inglese (ma residente in NZ) che lavora con me sta meditando la fuga da Queenstown anche – ma non solo – a causa di un simpaticissimo ritado di mezzo secolo dell'attività tellurica del Central Otago, regione strategicamente posizionata sulla simpaticissima faglia al confine tra la Placca Australiana e quella Pacifica e che quindi un Big One potrebbe avvenire in ogni momento anche qua. Vero o no, la zia nel dubbio mena le tolle.
Che poi qua a Queenstown con un terremoto ci sarebbe proprio da ridere (si fa per dire): tra le case costruite sulle collinette scoscese, il fatto che la città è collegata al resto del paese da due ponticelli che ogni volta che li attraverso spero che reggano il peso della mia Nissan Maxima (figuriamoci una scossa seria!) e la distanza chilometrica da un centro abitato con più di mille abitanti possiamo dire che quel giorno, quando arriverà (e arriverà prima o poi) vorrei essere altrove.
Ma c'è chi sta (starebbe) peggio. Clyde!
Clyde è un amabile paesello qua intorno, ai lati della Highway che porta a Dunedin (scordatevi le 4 corsie californiane, qua una Highway ha la larghezza media della provinciale Vimercate-Trezzo) ed astutamente piazzata ai piedi di una grossa diga con un invaso da un triliardo di ettolitri d'acqua, circondata da amabili montagnole friabili.
Ci pensiamo sempre ai clydiani, io e il mio collega Chris, quando vediamo gli annunci immobiliari di gente che prova a vendere casa a Clyde, ed ogni volta ci chiediamo: ma chi cazzo se la compra una casa a Clyde, con quella diga, con quelle montagne, con sti terremoti? Qua alla prima scossa . bene che ti va - fai la fine dei longaronesi!
Comunque queste sono solo chiacchiere, in realtà la scossa più forte che ho sentito ha fatto appena ballare il mio letto nell'ostello a Wellington e per carità, non ci tengo a sentirne altre, il messaggio che volevo far passare è semplicemente questo: siete delle mezze fighe :)))
Si perchè l'altro giorno, tanto per cambiare, non avevo niente di meglio da fare che pensare alla morte e guardarmi un po' di statistiche su terremoti e tragedie varie in giro per il mondo, non potendo fare a meno di notare come 14 dei 25 più disastrosi della storia siano avvenuti lungo il mio tragitto di zingarismo prossimo venturo: sette in Cina, due in Turchia, quattro in Iran e uno in Turkmenistan per un totale di più di 2 milioni e mezzo di morti. Ora mi perdonerete se sto scrivendo questo post con una mano incollata ai maroni.
Per completare il quadro aggiungiamo poi che mi trovo in Nuova Zelanda, un posticino ultimamente abbastanza movimentato sotto questo punto di vista e che la tarchiatella inglese (ma residente in NZ) che lavora con me sta meditando la fuga da Queenstown anche – ma non solo – a causa di un simpaticissimo ritado di mezzo secolo dell'attività tellurica del Central Otago, regione strategicamente posizionata sulla simpaticissima faglia al confine tra la Placca Australiana e quella Pacifica e che quindi un Big One potrebbe avvenire in ogni momento anche qua. Vero o no, la zia nel dubbio mena le tolle.
Che poi qua a Queenstown con un terremoto ci sarebbe proprio da ridere (si fa per dire): tra le case costruite sulle collinette scoscese, il fatto che la città è collegata al resto del paese da due ponticelli che ogni volta che li attraverso spero che reggano il peso della mia Nissan Maxima (figuriamoci una scossa seria!) e la distanza chilometrica da un centro abitato con più di mille abitanti possiamo dire che quel giorno, quando arriverà (e arriverà prima o poi) vorrei essere altrove.
Ma c'è chi sta (starebbe) peggio. Clyde!
Clyde è un amabile paesello qua intorno, ai lati della Highway che porta a Dunedin (scordatevi le 4 corsie californiane, qua una Highway ha la larghezza media della provinciale Vimercate-Trezzo) ed astutamente piazzata ai piedi di una grossa diga con un invaso da un triliardo di ettolitri d'acqua, circondata da amabili montagnole friabili.
Ci pensiamo sempre ai clydiani, io e il mio collega Chris, quando vediamo gli annunci immobiliari di gente che prova a vendere casa a Clyde, ed ogni volta ci chiediamo: ma chi cazzo se la compra una casa a Clyde, con quella diga, con quelle montagne, con sti terremoti? Qua alla prima scossa . bene che ti va - fai la fine dei longaronesi!
Comunque queste sono solo chiacchiere, in realtà la scossa più forte che ho sentito ha fatto appena ballare il mio letto nell'ostello a Wellington e per carità, non ci tengo a sentirne altre, il messaggio che volevo far passare è semplicemente questo: siete delle mezze fighe :)))
Forza Milano, ti rialzerai! |
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