Sbattimenti in vista
Come nelle migliori tradizioni il tempo vola quando ti diverti e ci si ritrova così a metà dicembre - a quattro mesi dalla partenza – a doversi dare una svegliata per i vari visti di cui avrò bisogno lungo il tragitto che separa Hong Kong dalla nebbiosa Padania.
Ma come, mancano quattro mesi e te sei già li a pensare ai visti?
Certo, o miei stolti amici, perchè come già vi avevo accennato e come forse probabilmente potrete intuire anche voi, richiedere visti per Iran e Turkmenistan non è esattamente come chiederli per Malesia* o Australia; qua si tratta di una vera e propria corsa ad ostacoli attraverso le sedi consolari di mezza Asia Centrale che mi vede solo contro una massa di pazzi burocrati il cui principale divertimento pare essere complicare persino le cose più semplici.
Fortunatamente spulciando su internet pare abbia trovato un alleato in Stantour.com, una delle agenzie Turkmene specializzate nello sbroglio dei visti più ostinati ed autorizzate a rilasciare le famose Letter of Invitation, croce e delizia di ogni viaggio in Asia Centrale, che attraverso un suo impegato - prontamente ribattezzato “Evaristo il mago del visto” - mi ha illuminato circa le mosse da intraprendere per non rischiare di farmi blindare da qualche poliziotto di frontiera lungo il tragitto.
Ma andiamo con ordine: confermato lo zero sbatti per il visto di Hong Kong e Macau, che viene rilasciato in frontiera, anche per la Cina si va lisci come l'olio, dovendo solo decidere se applicare per un visto a Wellington o direttamente ad Hong Kong.
Per la Mongolia è tutto piuttosto semplice, spedirò il passaporto all'ambasciata di Wellington e questi, lesti come delle faine, me lo rispediranno tempo una settimana previo il pagamento di una forte somma di denaro.
I russi invece li voglio incontrare di persona una volta che passerò da Wellington per la mia vacanza di febbraio, di loro mi fido poco e voglio accertarmi personalmente che non facciano cazzate.
E finquà abbastanza easy, il problema arriva per la seconda parte del viaggio: come già sapevo, le prime ambasciate di Kazakistan ed Uzbekistan le troverò in Cina. Purtroppo però 80 anni di Unione Sovietica non han certo contribuito a snellire le procedure burocratiche di quelle parti: come biasimarli, del resto erano abituati fino l'altroieri a dover chiedere permessi su di uno speciale passaporto per andare da una città all'altra all'interno del loro stesso paese, perchè mai dovrebbe importargliene qualcosa di me, che secondo loro dovrei sprecare dieci dei 30 giorni concessimi in Cina ad aspettare i loro cazzo di visti davanti ai rispettivi consolati di Shanghai?
Fortunatamente Evaristo (sempre lui, il mago del visto) suggerisce che, nonostante per il mio passaporto italico non sia neccessario, una Lettera di Invito potrebbe sveltire parecchio le pratiche con gli Uzbechi, lasciandomi solo in trepidante attesa dai Kazaki.
Ma il vero thrilling si avrà per Turkmenistan ed Iran: i turkmeni pare insistano con la tediosa pratica di rilasciare un visto turistico previa prenotazione di un tour completo con un'agenzia turistica locale. Evaristo, in quanto dipendente di una di tali agenzie, sostiene che ciò mi verrebbe a costare tra i 100 e i 200US$ al giorno, una cifra nettamente fuori budget, e che quindi l'unica soluzione sarà applicare per un visto di transito a Tashkent, in Uzbekistan.
Va da se che i tempi vanno dai 10 ai 15 giorni e che il rilascio non è garantito; oltretutto nemmeno la solita mazzetta alla Stantour potrebbe sveltire le pratiche, insomma, cazzi miei al 100%.
Il problema con gli iraniani invece, a parte la follia dei 100 euro cada-visto, pare essere che hanno l'abitudine di prendere il loro tempo per verificare che l'applicante non sia una spia sionista e sto parlando di una media di 3 o 4 settimane! La cosa non sarebbe un problema se potessi mandare l'application all'ambasciata iraniana di Wellington, purtroppo però ho tre mesi di tempo ter entrare in Iran una volta rilasciato il visto e, considerate le tempistiche delle altre ambasciate a cui dovrò far visita, rischio di non farcela. Forse Evaristo può oliare gli ingranaggi giusti grazie ad una delle solite Lettere di Invito, ora vedremo di studiare la cosa...
Parallelamente a questi grattacapi, si svolge anche la ricerca di un volo a prezzi stracciati che mi porti dalla Nuova Zelanda alla terra del riso e degli involtini primavera, che vede al rush finale come sempre AirAsia.com e Jetstar.com, le due compagnie low-cost più tarelle di queste latitudini. Finora la sta spuntando AirAsia, che mi propone un Christchurch-Macau a 600NZ$ (circa 300 neuri), che non è male per un viaggio di almeno una quindicina di ore tra voli e scali, ma sono sicuro che si può fare di meglio, quindi rimango in attesa di tempi e prezzi migliori.
In definitiva: ma non potevo andaremene in vacanza per sei mesi in Thailandia o a Bali come tutti, che ci avrei pure guadagnato in abbronzatura?
Ovviamente la risposta è NO!
*Anche perchè in Malesia non serve nessun visto
Ma come, mancano quattro mesi e te sei già li a pensare ai visti?
Certo, o miei stolti amici, perchè come già vi avevo accennato e come forse probabilmente potrete intuire anche voi, richiedere visti per Iran e Turkmenistan non è esattamente come chiederli per Malesia* o Australia; qua si tratta di una vera e propria corsa ad ostacoli attraverso le sedi consolari di mezza Asia Centrale che mi vede solo contro una massa di pazzi burocrati il cui principale divertimento pare essere complicare persino le cose più semplici.
Fortunatamente spulciando su internet pare abbia trovato un alleato in Stantour.com, una delle agenzie Turkmene specializzate nello sbroglio dei visti più ostinati ed autorizzate a rilasciare le famose Letter of Invitation, croce e delizia di ogni viaggio in Asia Centrale, che attraverso un suo impegato - prontamente ribattezzato “Evaristo il mago del visto” - mi ha illuminato circa le mosse da intraprendere per non rischiare di farmi blindare da qualche poliziotto di frontiera lungo il tragitto.
Ma andiamo con ordine: confermato lo zero sbatti per il visto di Hong Kong e Macau, che viene rilasciato in frontiera, anche per la Cina si va lisci come l'olio, dovendo solo decidere se applicare per un visto a Wellington o direttamente ad Hong Kong.
Per la Mongolia è tutto piuttosto semplice, spedirò il passaporto all'ambasciata di Wellington e questi, lesti come delle faine, me lo rispediranno tempo una settimana previo il pagamento di una forte somma di denaro.
I russi invece li voglio incontrare di persona una volta che passerò da Wellington per la mia vacanza di febbraio, di loro mi fido poco e voglio accertarmi personalmente che non facciano cazzate.
E finquà abbastanza easy, il problema arriva per la seconda parte del viaggio: come già sapevo, le prime ambasciate di Kazakistan ed Uzbekistan le troverò in Cina. Purtroppo però 80 anni di Unione Sovietica non han certo contribuito a snellire le procedure burocratiche di quelle parti: come biasimarli, del resto erano abituati fino l'altroieri a dover chiedere permessi su di uno speciale passaporto per andare da una città all'altra all'interno del loro stesso paese, perchè mai dovrebbe importargliene qualcosa di me, che secondo loro dovrei sprecare dieci dei 30 giorni concessimi in Cina ad aspettare i loro cazzo di visti davanti ai rispettivi consolati di Shanghai?
Fortunatamente Evaristo (sempre lui, il mago del visto) suggerisce che, nonostante per il mio passaporto italico non sia neccessario, una Lettera di Invito potrebbe sveltire parecchio le pratiche con gli Uzbechi, lasciandomi solo in trepidante attesa dai Kazaki.
Ma il vero thrilling si avrà per Turkmenistan ed Iran: i turkmeni pare insistano con la tediosa pratica di rilasciare un visto turistico previa prenotazione di un tour completo con un'agenzia turistica locale. Evaristo, in quanto dipendente di una di tali agenzie, sostiene che ciò mi verrebbe a costare tra i 100 e i 200US$ al giorno, una cifra nettamente fuori budget, e che quindi l'unica soluzione sarà applicare per un visto di transito a Tashkent, in Uzbekistan.
Va da se che i tempi vanno dai 10 ai 15 giorni e che il rilascio non è garantito; oltretutto nemmeno la solita mazzetta alla Stantour potrebbe sveltire le pratiche, insomma, cazzi miei al 100%.
Il problema con gli iraniani invece, a parte la follia dei 100 euro cada-visto, pare essere che hanno l'abitudine di prendere il loro tempo per verificare che l'applicante non sia una spia sionista e sto parlando di una media di 3 o 4 settimane! La cosa non sarebbe un problema se potessi mandare l'application all'ambasciata iraniana di Wellington, purtroppo però ho tre mesi di tempo ter entrare in Iran una volta rilasciato il visto e, considerate le tempistiche delle altre ambasciate a cui dovrò far visita, rischio di non farcela. Forse Evaristo può oliare gli ingranaggi giusti grazie ad una delle solite Lettere di Invito, ora vedremo di studiare la cosa...
Parallelamente a questi grattacapi, si svolge anche la ricerca di un volo a prezzi stracciati che mi porti dalla Nuova Zelanda alla terra del riso e degli involtini primavera, che vede al rush finale come sempre AirAsia.com e Jetstar.com, le due compagnie low-cost più tarelle di queste latitudini. Finora la sta spuntando AirAsia, che mi propone un Christchurch-Macau a 600NZ$ (circa 300 neuri), che non è male per un viaggio di almeno una quindicina di ore tra voli e scali, ma sono sicuro che si può fare di meglio, quindi rimango in attesa di tempi e prezzi migliori.
In definitiva: ma non potevo andaremene in vacanza per sei mesi in Thailandia o a Bali come tutti, che ci avrei pure guadagnato in abbronzatura?
Ovviamente la risposta è NO!
*Anche perchè in Malesia non serve nessun visto
Ma non possono lasciarmi passare senza tante menate? |
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